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8 Giugno 2018 Enrico Bertoletti0

Guida per la preparazione della relazione di offerta tecnica migliorativa

Ieri il CAD, oggi e domani il BIM

Il BIM (Building Information Modeling) è lo strumento che i progettisti e il mondo delle costruzioni ha sempre desiderato, ma che il CAD (Computer Aided Design) non ha saputo offrire.

Il CAD imita il tradizionale processo che avveniva al tecnigrafo, quindi si creano dei disegni bidimensionali attraverso elementi grafici vettoriali (linee, tratteggi, testi ecc.). I disegni CAD, come i tradizionali disegni su carta, sono creati indipendentemente l’uno dall’altro: ogni modifica al progetto va riportata manualmente in ogni elaborato CAD.

Il BIM imita il reale processo costruttivo. Invece di creare disegni 2D a linee, l’edificio viene realizzato virtualmente attraverso elementi costruttivi, detti parametrici, come muri, solai, finestre, tetti ecc. e questo permette ai progettisti di seguire una logica progettuale più aderente alla pratica costruttiva. Dal momento che tutti i dati sono contenuti nell’edificio virtuale, a ogni modifica del modello segue l’aggiornamento automatico di tutti i disegni da esso derivati. Con questo approccio integrato al modello, il BIM non offre solo un notevole incremento di produttività, ma pone anche le basi per una progettazione più coordinata e un processo costruttivo che parte dal modello computerizzato.

Già molto diffuso nel mondo angolosassone (USA e UK), nell’Europa del nord (Norvegia, Finlandia, Svezia, Danimarca) e in alcuni paesi dell’estremo oriente (Singapore), il BIM è destinato ad affermarsi sempre di più anche nella realtà italiana e, più in generale, europea.

BIM e offerta tecnica

Offrire già in sede di gara, durante la preparazione della relazione di offerta tecnica migliorativa, la gestione di un appalto in BIM (elaborati costruttivi, as-built, varianti, cantierizzazione ecc.) permette di realizzare il sogno dell’integrazione multidisciplinare e l’aggiornamento in tempo reale dei disegni. Il modello BIM può essere utilizzato dai tecnici del Committente, dagli impiantisti, dagli strutturalisti, dagli architetti e dai contabili, dal costruttore, dai montatori, dai revisori, dai collaudatori ecc. per integrare tutte le informazioni utili in un unico file e per avere sotto controllo ogni fase della progettazione, da quella architettonica a quella esecutiva. Il BIM è quindi un metodo collaborativo basato sull’integrazione per la progettazione, esecuzione e manutenzione delle opere.

Una progettazione BIM offre straordinari vantaggi competitivi: più efficienza e produttività, meno errori, meno tempi morti, meno costi, maggiore interoperabilità, massima condivisione delle informazioni, un controllo più puntuale e coerente del progetto:

  • elaborati di progetto più accurati, sempre coerenti fra loro, realizzati in tempi più ristretti;
  • significativa riduzione della possibilità di errore in fase progettuale, con ricadute positive sulla qualità del progetto, della gestione del cantiere, della costruzione;
  • informazioni progettuali e metaprogettuali sempre aggiornate, coerenti e accessibili, con conseguente miglioramento dei processi decisionali e della comunicazione fra i diversi soggetti coinvolti.

arch. Enrico Bertoletti – torinoarchitetti.com

Se desiderate richiedere i nostri commenti su un particolare argomento d’interesse che riguarda l’offerta tecnica e che non compare tra quelli trattati, potete inviare una richiesta e-mail a gare@torinoarchitetti.com o alla pagina Facebook https://m.facebook.com/torinoarch/

 


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4 Maggio 2018 Enrico Bertoletti0

Guida di orientamento per la preparazione dell’offerta tecnica

Tutti conosciamo il proverbio “L’abito non fa il monaco”, ma allo stesso tempo siamo consapevoli che un gradevole aspetto dell’impaginato e testi chiari e scorrevoli permettono al lettore (in questo caso alla commissione giudicatrice) di venire subito al sodo, senza perdere tempo ed energie nell’interpretare che cosa desidera comunicare il concorrente. Questa è la ragione principale per cui, ai professionisti coinvolti nella preparazione di un’offerta tecnica, è richiesta anche un’ottima capacità di sintesi, di comunicazione e, sembrerà paradossale in quanto stiamo parlando di persone in possesso di un diploma di laurea, una corretta capacità di espressione scritta in lingua italiana.

Fascicolo tecnico

Se l’offerta tecnica richiede lo sviluppo di più relazioni, è bene che le stesse siano rilegate in fascicoli indipendenti. Questo garantisce ai commissari di gara una maggiore snellezza delle operazioni di esame e confronto delle proposte dei vari concorrenti, soprattutto quando il criterio di valutazione è quello del confronto a coppie. Se il numero di pagine massimo consentito ve lo concede, valutate la possibilità di inserire l’indice della relazione, ulteriore elemento di aiuto e comprensione. Le stampa dovrebbe essere fatta su cartoncino da 120-160 grammi per offrire una maggiore resistenza e una migliore sfogliabilità. Proteggete la prima e la quarta di copertina con un foglio di pvc trasparente per fare in modo che non si sporchino o non si danneggino e usate una rilegatura alternativa alla solita vista e rivista preforata con dorsino in plastica ad alette.

Grafica coordinata

L’offerta amministrativa, la “Busta A” per intenderci, è la prima che viene aperta. Cominciamo a comunicare da questo momento in avanti che l’Impresa è strutturata per semplificare la vita ai membri della commissione giudicatrice. Fare ciò è possibile utilizzando sotto-cartelline che riportino la linea grafica dell’offerta tecnica e con ben evidente il titolo del documento o della dichiarazione che contengono.

Edizioni speciali

Per gli appalti più importanti è possibile raggruppare l’offerta tecnica in un cofanetto di legno, plexiglas o cartoncino, per rendere un aspetto ancora più professionale e preparare delle copertine con un design e una forma inconsueta, che renderanno immediatamente identificabile il concorrente e la sua offerta.

Coordinamento editoriale

È il principio per il quale, in sua assenza, contenuti di grande qualità possono passare come di scarso interesse o di cattiva comprensione. I consulenti tecnici formulano le loro proposte dopo aver analizzato il progetto a base di gara, ma sta al coordinatore della gara e ai redattori riportarle in un corretto linguaggio, arricchendo poi le relazioni con grafici, tabelle e schemi in grado di migliorare la comunicazione complessiva di quanto proposto.

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22 Aprile 2018 Enrico Bertoletti0

Guida di orientamento per la preparazione dell’offerta tecnica

Come definita dalla norma UNI 11156 “Valutazione della durabilità dei componenti edilizi”, la durabilità dei componenti edilizi indica la capacità di svolgere le funzioni richieste durante un determinato periodo di tempo e sotto l’influenza dei fattori previsti in esercizio.
Durante la redazione dell’offerta tecnica è importante individuare componenti in grado di soddisfare gli standard prestazionali ed economici del progetto privilegiando sempre quelli in grado di fornire maggiori garanzie di durabilità nel tempo.
Sovente si tratta di proposte che si basano su valutazioni che il concorrente o il suo consulente sono in grado di fare grazie all’esperienza nel settore e grazie alla disponibilità di un proprio archivio di componenti campione.

La vendor list

Il risultato delle scelte si traduce in una vendor list dove, a fronte dei materiali indicati in progetto, sono inseriti quelli proposti dal concorrente accompagnati dalle relative schede tecniche che ne definiscono le caratteristiche principali.
I componenti così selezionati, se approvati dalla stazione appaltante, modificano il fascicolo dell’opera, che descrive gli interventi manutentivi cui l’opera e i suoi componenti sono sottoposti nel corso della vita funzionale, con riduzione dei cicli di manutenzione ordinaria e con una dilatazione nel tempo degli interventi di manutenzione straordinaria. Normalmente il concorrente provvede poi:

  • a garantire l’impiego di materiali di primarie case produttrici;
  • all’installazione dei componenti tramite utilizzo di maestranze specializzate;
  • alla verifica in corso d’opera delle corrette esecuzioni delle lavorazioni.

Durabilità per il restauro

La durabilità di un intervento di restauro presenta una metodologia d’approccio che deve necessariamente coinvolgere differenti discipline per le quali, prima dell’esecuzione delle opere è sempre bene predisporre o integrare il piano di indagini storico-fisiche, al fine di verificare la validità dell’intervento da svolgere, la compatibilità con i materiali preesistenti e la coerenza con le necessità di conservazione richieste.

Durabilità per il settore impiantistico

Al fine di assicurare la durabilità degli impianti tecnologici, elenchiamo alcune prassi che possono essere offerte nella gara:

  • impiego di componenti che garantiscono disponibilità di pezzi di ricambio e facilità di accesso al servizio manutentivo;
  • formazione del personale della stazione appaltante per la conduzione degli impianti installati e per il loro monitoraggio;
  • visita periodica di controllo da parte dell’installatore per la verifica del corretto utilizzo dell’impianto e del suo funzionamento;
  • controllo periodico durante le fasi di costruzione dell’edificio e di installazione degli impianti dei valori di trasmittanza e di eventuali problematiche connesse agli impianti elettrici e di riscaldamento tramite l’ausilio di attrezzatura specifica.

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9 Aprile 2018 Enrico Bertoletti0

Guida di orientamento per la preparazione dell’offerta tecnica

Una delle maggiori difficoltà nello sviluppo del progetto di recupero è quella di conservare le caratteristiche dell’edificio senza comprometterlo dal punto di vista materico e formale, pur adeguandolo alle esigenze di comfort della contemporaneità.
Sulla base della distribuzione delle funzioni del progetto posto a base di gara, la miglioria dell’offerta tecnica può prevedere la razionalizzazione degli impianti sfruttando alcune possibilità determinate a volte dalle caratteristiche tipologiche degli edifici e a volte dalle caratteristiche tecnologiche degli impianti. Vediamo alcune delle soluzioni che possono essere adottate.

Corpi illuminanti
È pensabile proporre la realizzazione di elementi attrezzati (totem) mobili, zavorrati al pavimento o fissati alle pareti, contenenti le apparecchiature elettriche (interruttori, prese, illuminazione di emergenza ecc.). Inoltre queste strutture possono essere progettate per ospitare nella parte superiore eventuali corpi illuminanti orientabili in modo da assicurare un’illuminazione generale e diffusa negli ambienti dove tale soluzione è ritenuta più efficace.
L’obiettivo è di realizzare elementi funzionali compatibili e coerenti con il progetto di conservazione posto a base di gara, ma limitando tutti gli interventi che mettono a rischio gli aspetti identitari del manufatto.

Cavedi passanti
L’impiego di un cavedio passante verticale su tutti i livelli, magari collocato in zona retrostante a un elevatore, è un elemento facilmente ispezionabile dove poter localizzare tutte le linee dorsali principali con la finalità di contenere al massimo l’impatto degli impianti sulle strutture esistenti, oltre a facilitarne la manutenzione ordinaria e straordinaria. Lo stesso è possibile realizzare in orizzontale nelle aree esterne, per tutti quegli impianti anche di grande dimensione, al fine di razionalizzare la loro posa e manutenzione.

Tecnologia a radiofrequenza
La tecnologia ci viene in aiuto con la reperibilità sul mercato di punti di comando (interruttori) con tecnologia a radiofrequenza. L’installazione avviene in esterno, senza impattare sulle superfici decorate o su altri tipi di supporto di pregio artistico e architettonico e la “reversibilità” è facilmente attuabile.. Il comando di accensione e spegnimento viene impartito da un attuatore allocato in scatola di derivazione.

Utilizzo delle strutture esistenti
L’inserimento di elementi meccanici ed elettrici a vista in un’architettura storica rappresenta un problema di primaria importanza a causa dei possibili danni causati alla materia storica.
L’azione più efficace consiste nel limitare al massimo le interferenze posando tubazioni fuori traccia e realizzando così i sistemi atti a contenere le apparecchiature. Le azioni per la salvaguardia delle componenti architettoniche e decorative possono essere:

  • un percorso degli impianti organizzato in funzione delle caratteristiche spaziali e materiche dell’edificio. Al livello dei pavimenti le tubazioni sono concentrate nelle zone più manipolabili: nei sottofondi e, se oggetto di consolidamento statico, nei riempimenti dei solai e delle volte;
  • l’utilizzo di eventuali arredi fissi esistenti, opportunamente smontati e rimontati, per il passaggio degli elementi distributivi degli impianti al fine di garantire la conservazione delle pavimentazioni senza il loro smontaggio, che comprometterebbe lo stato di conservazione e il pregio architettonico;
  • il passaggio degli impianti elettrici e speciali sui muri può essere eseguito prevalentemente fuori traccia: i cavi di alimentazione dei corpi illuminanti e delle altre apparecchiature elettriche sono quindi contenuti entro tubazioni passacavi metalliche ancorati ai muri con perforature puntuali per ospitare i collari di analogo materiale.

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21 Febbraio 2018 Enrico Bertoletti0

Guida di orientamento per la preparazione dell’offerta tecnica

Il D.M. Ambiente 11 ottobre 2017 aggiorna i Criteri Ambientali Minimi (CAM) per gli appalti pubblici di nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione degli edifici con una serie di novità sulla diagnosi, prestazione e approvvigionamento energetico, sulla mobilità sostenibile, sui materiali da costruzione e le relative dichiarazioni di prodotto, sui rating system e cioè sui metodi di verifica di ciascun criterio, sui criteri premianti, come la capacità tecnica dei progettisti e altro ancora.

Le gare a offerta economicamente più vantaggiosa recepiscono i principi richiesti dai CAM e sempre più spesso sono richieste relazioni che diventano via via più complesse e articolate e richiedono uno studio attento di tutto ciò che si va a offrire. L’obiettivo è quello di individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato.

La loro applicazione sistematica e omogenea consente di diffondere le tecnologie ambientali e i prodotti ambientalmente preferibili producendo un effetto leva sul mercato e stimolando così gli operatori economici meno virtuosi ad adeguarsi ai nuovi obblighi di legge.

Il D.Lgs. 56/2017 prescrive che i bandi contengano i CAM e in particolare:

  • l’art. 34, comma 2 prescrive che i CAM siano “tenuti in considerazione anche ai fini della stesura dei documenti di gara per l’applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’articolo 95 comma 6”;
  • l’art. 95, comma 13 prevede che le stazioni appaltanti indichino nel bando di gara quale sia “il maggior punteggio relativo all’offerta concernente beni, lavori o servizi che presentano un minor impatto sulla salute e sull’ambiente”.

In definitiva, le amministrazioni devono far riferimento ai CAM nella stesura dei documenti di gara e devono anche indicare il maggior punteggio da assegnare alle offerte che presentano un minor impatto sulla salute e sull’ambiente.

Inoltre, un punteggio premiante è attribuito alla proposta di un professionista accreditato dagli organismi di certificazione energetico-ambientale degli edifici (ISO/IEC 17024). Nello specifico, per gli appalti di costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici, la norma richiede l’utilizzo del 100% del valore delle gare di appalto.

I criteri ambientali che i concorrenti indicano in fase di gara devono poi essere validi dal punto di vista scientifico, verificabili da parte del committente e di fatto realizzabili durante la fase di esecuzione delle opere. Dove possibile i CAM devono fare riferimento a etichette ecologiche ufficiali di vario tipo: la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (DAP o EPD) è il documento che contiene le informazioni (oggettive, confrontabili e credibili) sulla prestazione ambientale dell’intero ciclo di vita di prodotti e servizi e riguarda tutti gli aspetti ambientali e gli impatti potenziali dalla concezione, alla fabbricazione e utilizzazione, fino allo smaltimento.

Il progetto deve garantire primariamente:

  • risparmio idrico, illuminazione naturale e approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili;
  • inserimento naturalistico paesaggistico e sistemazione delle aree verdi;
  • mantenimento della permeabilità dei suoli.

Inoltre, per ridurre l’impiego di risorse non rinnovabili e aumentare il riciclo dei rifiuti, il progetto deve prevedere:

  • materiali composti da materie prime rinnovabili;
  • filiera breve per l’approvvigionamento dei materiali e prodotti;
  • miglioramento delle prestazioni ambientali dell’edificio;
  • attestato di prestazione energetica per nuove costruzioni almeno in classe A3.

Il progetto deve essere corredato dal piano di manutenzione dell’opera e di fine vita, documento che deve prevedere la verifica dei livelli prestazionali (qualitativi e quantitativi) in riferimento alle prestazioni ambientali, con l’elenco di tutti i materiali, componenti edilizi ed elementi prefabbricati riutilizzati o riciclati e anche un programma di monitoraggio e controllo della qualità dell’aria interna all’edificio.

I progetti di nuova costruzione devono prevedere un piano per il disassemblaggio e la demolizione selettiva dell’opera a fine vita per il riutilizzo o il riciclo dei materiali, componenti edilizi e degli elementi prefabbricati utilizzati.

Per quanto riguarda i materiali è infine necessario soddisfare i seguenti requisiti:

  • impiego di materiali con almeno il 15% in peso di elementi recuperati o riciclati sul totale di tutti i materiali utilizzati, divieto di impiego di sostanze dannose per l’ozono o a rischio di riscaldamento globale, demolizione selettiva e riciclabilità o riutilizzo, a fine vita, dei componenti edilizi;
  • almeno il 70% dei rifiuti non pericolosi generati durante le demolizioni e rimozioni deve essere riutilizzato, recuperato o riciclato, fatta eccezione per gli scavi.

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16 Febbraio 2018 Enrico Bertoletti0

Guida di orientamento per la preparazione dell’offerta tecnica

La gestione della sicurezza in cantiere è un argomento non solo tecnico, ma mediatico, in quanto gli infortuni nel settore delle costruzioni assume ancora aspetti allarmanti anche per la gravità delle lesioni subite dalla vittima: basti pensare che attualmente, in Italia, si conta una media giornaliera (per tutti i settori lavorativi) pari a tre incidenti mortali.

Un’importante premessa

Il progetto esecutivo a base di gara mette già a disposizione dei concorrenti un cronoprogramma e un piano di sicurezza che possono essere più o meno approfonditi. Un’offerta tecnica che richiede approfondimenti in materia di sicurezza non può prescindere dalla ridefinizione di un cronoprogramma dettagliato dei lavori dove sono presenti, in base alla complessità dell’opera e delle lavorazioni, tutte le fasi e le sottofasi di cantiere, la loro articolazione temporale, la loro durata e possibilmente, il numero di squadre e il volume della produzione.

Un Gantt analitico, già in fase di offerta, permette infatti non solo di effettuare le più opportune scelte organizzative nel campo della pianificazione temporale e spaziale dei lavori, ma anche di verificare il numero di risorse necessarie oltre a tutta una serie di statistiche quali la curva di produzione e l’impegno di manodopera medi, settimanali e tanto altro ancora.
Svolto questo compito non banale, tutto sarà più semplice, come ad esempio la possibilità di individuare, fase per fase, le operazioni costruttive, descriverle, elencare le eventuali criticità e le modalità di risoluzione delle stesse.

Che cosa illustrare

Nel PGS il concorrente dovrà quindi illustrare, per le varie fasi e sottofasi, le modalità esecutive più idonee in grado di soddisfare gli obiettivi del progetto esecutivo, ottimizzando le proprie risorse umane, tecniche ed economiche. La relazione potrà pertanto contenere, in base alle richieste del Disciplinare di gara:

  • l’analisi delle modalità operative di esecuzione delle opere;
  • le logiche, le precedenze e i vincoli per l’esecuzione delle opere;
  • le risorse impiegate (manodopera ed eventuali sue specializzazioni e mezzi d’opera);
  • i tempi di esecuzione di ogni singola attività (scomposizione del processo produttivo);
  • l’analisi generale delle condizioni del cantiere e le soluzioni gestionali e tecniche adottate correlate alle misure di prevenzione e protezione;
  • le eventuali procedure complementari e di dettaglio;
  • gli esempi operativi per una, due o tre fasi di lavorazione critiche, corredati da immagini e testi esplicativi.

È poi sempre bene presentare una planimetria con l’assetto del cantiere, meglio ancora rappresentandone una per ogni fase principale della costruzione, dove inserire tutti gli apprestamenti fissi e mobili ed evidenziare gli aspetti più difficili da descrivere con le sole parole.

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10 Febbraio 2018 Enrico Bertoletti0

Guida di orientamento per la preparazione dell’offerta tecnica

Questa componente dell’offerta tecnica si traduce in un’analisi di valutazione dei rischi oggettivi del cantiere, con la specifica degli elementi principali di rischio e delle soluzioni adottate per farne fronte. Nel processo generale di gestione della commessa il concorrente può proporre e prevedere nuove forme di verifica, controllo e risoluzione della sicurezza.

La conduzione di un cantiere richiede infatti il rispetto di una moltitudine di regole, che si traducono in altrettanti adempimenti di carattere operativo: autorizzazioni, documentazione da predisporre e conservare in cantiere, comunicazioni da inoltrare agli enti competenti, controlli giornalieri di mezzi, manodopera, materiale e processi e molto altro ancora.

Specificità dell’impresa edile

Dobbiamo poi pensare che nel settore delle costruzioni, contrariamente a quanto avviene nell’industria, il prodotto finale assomiglia più a un prototipo artigianale determinato dagli sforzi coordinati di un ciclo di imprese che convergono di volta in volta su un programma specifico: il cantiere. Le imprese edili infatti presentano quindi due distinte realtà organizzative al proprio interno: la sede amministrativa-operativa, composta da personale stabile con responsabilità direttive e gestionali e chiara collocazione all’interno dell’azienda e quella del o dei cantieri, formata da soggetti che occupano ruoli temporanei e spesso meno definiti. L’unica figura con un ruolo di tipo gerarchico è infatti quella del project manager o direttore di cantiere, che consente di incanalare il sistema delle relazioni e dei flussi informativi e cui afferiscono responsabilità su tempi, costi, qualità dell’opera, coordinamento dei rapporti organizzativi interni e mantenimento delle relazioni con la stazione appaltante.

Gli elementi da sviluppare

Nella relazione sull’organizzazione del cantiere è necessario descrivere le soluzioni organizzative principali, fra cui figurano:

  • layout del cantiere e di tutte le sue fasi;
  • modalità di cantierizzazione e definizione del programma dei lavori in fasi e sottofasi;
  • individuazione di fornitori, subappaltatori, caratteristiche di approvvigionamento dei materiali, delle campionature, opzioni make or buy;
  • revisione del cronoprogramma con controllo e verifica dei tempi;
  • piano di allocazione delle risorse, fra cui tipologia e numero delle squadre, mezzi e attrezzature.

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3 Febbraio 2018 Enrico Bertoletti0

Guida di orientamento per la preparazione dell’offerta tecnica

È un argomento di particolare interesse in quanto è sovente una delle richieste da sviluppare per l’offerta tecnica.
La relazione differirà di caso in caso, anche a causa del numero di pagine da produrre.

Le carte vincenti

È da subito chiaro come, per imprese strutturate, con un elevato numero di dipendenti tecnici e una presenza consolidata sul mercato, sarà più semplice presentarsi ed essere convincenti: per le restanti categorie di concorrenti “effetti speciali” non se ne possono fare, anche in ragione del sistema del rating d’impresa introdotto dall’art. 83 del Codice come elemento premiale in sede di gara, verificabile in tempo reale al link http://www.agcm.it/rating-di-legalita/elenco.html.
Normalmente la richiesta è quella di dimostrare come, in ogni fase dell’appalto, sia effettuato un costante ed efficace controllo sul conseguimento degli obiettivi tecnici e temporali di progetto.
È prassi individuare i punti principali all’interno del testo del criterio esposto dal disciplinare di gara per trasformarli nell’indice della nostra relazione. In questo modo tutto sarà più semplice e il redattore avrà a disposizione degli elementi succinti da sviluppare.
Fondamentale è poi preparare un organigramma funzionale e nominativo della struttura di project management del concorrente, che può partecipare in forma singola o raggruppata, e che deve specificare chiaramente i compiti e le responsabilità di ciascun ruolo individuato, con particolare attenzione alle interfacce interne ed esterne. L’organigramma deve possibilmente essere reso sotto forma di schema grafico semplice, ma – al tempo stesso – sufficientemente articolato.
Se permesso dalle pagine a disposizione, è bene inserire una presentazione del concorrente, illustrando con dati e fotografie alcune delle opere in portfolio attinenti l’oggetto della gara.

Gli elementi da sviluppare

Gli elementi da sviluppare possono essere di tipo qualitativo o quantitativo e possono riguardare:

  • organigramma funzionale, nominale e relative responsabilità delle funzioni;
  • curriculum delle principali figure;
  • controllo dei documenti, dei dati relativi alla commessa, raccolta della documentazione;
  • report e comunicazione con la direzione lavori e la stazione appaltante, anche con fruibilità dei documenti su device di rete e mobili;
  • approvvigionamento, controllo e accettazione dei prodotti, relativa gestione delle non conformità e azioni correttive e preventive;
  • identificazione e rintracciabilità dei materiali che concorrono a realizzare l’opera;
  • modalità di controllo del processo di realizzazione;
  • organigramma della commessa;
  • gestione dei tempi (project control);
  • controllo e taratura della strumentazione e dei mezzi impiegati;
  • modalità di gestione, approvvigionamento e immagazzinamento;
  • audit sulla qualità e sulla sicurezza.

È infine sempre suggerito corredare il testo di schemi, grafici e immagini che accompagnino e completino le informazioni testuali.

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30 Gennaio 2018 Enrico Bertoletti0

Guida di orientamento per la preparazione dell’offerta tecnica

Con questa serie di articoli, che ci proponiamo di pubblicare con cadenza periodica, tratteremo alcuni fra i principali aspetti tecnici e strategici per la preparazione dell’offerta tecnica, fornendo in particolare alle imprese di costruzione qualificate SOA, una “guida di orientamento” alle gare a offerta economicamente più vantaggiosa.

Il Codice degli appalti

Per i lavori di importo superiore a 1milione di euro il Codice, all’art. 95, prevede che le stazioni appaltanti procedano sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (OEPV), individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo.
Tutte le amministrazioni aggiudicatrici, nella preparazione degli atti di gara, devono definire gli obiettivi da perseguire e l’importanza da attribuire a ciascuno di essi. Ciò si traduce nell’individuazione dei criteri che compongono l’offerta tecnica e il relativo peso o fattore di ponderazione. I criteri possono comprendere il prezzo o il costo del ciclo di vita del prodotto, le caratteristiche tecniche, l’impatto sociale e sull’ambiente ecc. Ognuno di questi obiettivi, per poter essere valutabile, deve di conseguenza essere misurabile.
La difficoltà di preparazione dell’offerta tecnica consiste nella specificità che ha la definizione dei criteri per ciascuna gara e che ne determina, di conseguenza, l’impossibilità di fornire risposte di carattere generale. Vediamo in questa premessa quali sono gli strumenti in mano a un’impresa per decidere di partecipare o meno a una gara a offerta economicamente più vantaggiosa.

Il budget da destinare alle gare di appalto

Per prima cosa il budget da destinare a questo tipo di gare. Infatti su circa 10 gare preparate con offerte tecniche di elevata qualità, una buona percentuale di aggiudicazione è da ritenersi sul 12-15%. Pertanto, per far entrare nel proprio portafoglio ordini un paio di appalti, è necessario partecipare a non meno di quindici gare a offerta economicamente più vantaggiosa. Ma pochi sono gli operatori che possono o che vogliono disporre di un ufficio tecnico interno destinato alla preparazione delle offerte tecniche: la maggioranza si rivolge perciò a consulenti esterni, progettisti più o meno specializzati in questo campo che offrono servizi multidisciplinari. Il risultato è che si arriva, tra costi aziendali interni e costi di consulenza, a dover mettere a bilancio importi che, per 10-15 gare, possono anche raggiungere cifre a cinque zeri!

Fattori discriminatori

Presa la decisione d’investimento, ci troviamo poi di fronte a una serie di fattori che, il più delle volte, fanno propendere all’abbandono della gara (al di là dei problemi legati a requisiti amministrativi, non oggetto di trattazione in questa sede) come:

  • l’importo delle opere a base d’asta e la proporzionalità con le richieste sull’offerta tecnica che, troppo spesso, sono sbilanciate verso l’alto e non permettono quindi di offrire ribassi economici adeguati;
  • la ponderazione dei criteri: la base di partenza suggerita deve dedicare almeno 70 punti all’offerta tecnica (criteri soggettivi) e comunque mai più di 30 punti all’offerta economica (criteri oggettivi);
  • i documenti che devono comporre l’offerta tecnica: è preferibile scegliere quelle procedure dove viene stabilito un numero massimo di pagine e un formato standard sia per le relazioni, sia per gli allegati. Offerte tecniche con pagine libere non permettono l’applicazione del principio comunitario relativo alla parità di trattamento, semplicemente perché le offerte non sono comparabili. Dovrebbero poi essere scartate tutte quelle gare dove le richieste si spingono oltre il normale miglioramento tecnico, ma sono per lo più volte all’ottenimento di veri e propri lotti di lavorazioni aggiuntive che, spesso e volentieri, il quadro economico di progetto non permette a causa di carenze dei bilanci pubblici. E a farne le spese sono di conseguenza gli operatori economici che si vedono invitati prima a progettare e poi a realizzare opere anche del tutto estranee all’oggetto di gara;
  • i prezzi di appalto, che devono garantire un tornaconto economico: la verifica di remuneratività va fatta prima di procedere ad affidare consulenze, attivare polizze fideiussorie o pagare contributi Anac. In caso contrario si è speso tempo e denaro inutilmente, perché la partecipazione alla gara non sarà possibile;
  • il sopralluogo, insieme all’analisi del progetto esecutivo, è un altro importante elemento discriminatorio perché ci permette di conoscere elementi soggettivi, come la disponibilità dei funzionari della stazione appaltante, e oggettivi, come l’accesso all’area, la disponibilità di fornitori locali, la tipologia della concorrenza ecc.;
  • il ribasso: una buona offerta tecnica non è sufficiente per vincere una gara. Il ribasso economico va “difeso” perché anche un solo punto in più può fare la differenza tra una gara persa e una aggiudicata.

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